Mentre l'Occidente è alle prese con guerre commerciali e un raffreddamento della domanda in Cina e negli Stati Uniti, Chanel lancia un segnale chiaro: il futuro profuma di sari, zafferano e decine di milioni di giovani fan indiani. La nomina dell'attrice Ananya Panday come prima ambasciatrice indiana in assoluto è più di un semplice gesto di diversità: è una scommessa strategica su un mercato che, secondo Bain & Company, potrebbe triplicare la sua spesa nel settore del lusso entro il 2030.
Solo pochi anni fa, le case di moda europee consideravano l'India principalmente come una base produttiva per la seta e i ricami. Poi sono arrivati la pandemia, il rallentamento in Cina, i dazi statunitensi e le priorità sono cambiate. In un Paese con oltre un miliardo di abitanti, la classe media e il numero di milionari in dollari stanno crescendo rapidamente; matrimoni iconici come quello di Anant Ambani e Radhika Merchant hanno dimostrato quanto networking e potere di spesa possano generare le élite indiane. I numeri parlano da soli: 25-30 miliardi di euro di spesa annuale nel settore del lusso entro il 2030 significano ossigeno per i marchi occidentali in un momento in cui i vecchi mercati stanno annaspando.
Perché Ananya Panday?
Chanel ha un talento speciale nel trovare i volti giusti, come ha già dimostrato con il K-pop. A soli 26 anni, Panday ha diverse carte vincenti nella manica: 25 milioni di follower su Instagram, una carriera in ascesa e un volto che parla alla Generazione Z con la stessa chiarezza con cui parla agli amanti tradizionali dell'alta moda. La sua partecipazione alla sfilata SS25 e alle copertine delle riviste di moda indiane ha testato in anticipo la risposta del pubblico. Ed è stata travolgente. Per Chanel, è un modo elegante per raggiungere in un colpo solo i giovani acquirenti del sud del mondo e quelli su TikTok a Parigi o Los Angeles.
Bollywood come megafono culturale del lusso
Hollywood può ancora dettare le tendenze globali, ma Bollywood ha qualcosa che l'Atlantico occidentale sta perdendo. L'entusiasmo di massa e le star locali con un fan base estremamente fedele. Quando Deepika Padukone è diventata il volto di Louis Vuitton e Alia Bhatt l'ambasciatrice di Gucci, è stato chiaro che lo studio cinematografico di Mumbai poteva fornire al marchio sia credibilità che accesso immediato a centinaia di milioni di famiglie.
Con questa mossa, Chanel conferma che le cose più interessanti della cultura pop odierna stanno accadendo molto più a est di Hollywood. Dior ha già presentato una sfilata di moda a Mumbai, Vivienne Westwood ha inaugurato una retrospettiva e Reliance Industries sta firmando un contratto con Shein.
Sembra che il monsone di nuovi soldi e influenza culturale non possa essere fermato: la giovane India vuole il lusso e il lusso ha bisogno dell'India. Ananya Panday diventa così non solo il volto di Chanel, ma anche il simbolo del momento in cui il baricentro del mondo della moda si sta silenziosamente spostando da Parigi e Milano a Mumbai e Delhi. Se questa mossa darà i suoi frutti, Chanel non rimarrà sola a lungo. La prossima volta che vedrete un sari abbinato a una giacca di tweed sul tappeto rosso di Cannes, ricordate: tutto è iniziato con un nome e due C intrecciate.